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Alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento Rilevazioni integrative a.s. 2010-2011 febbraio 2011 4
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento 12 LUGLIO 2011 file 2
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. 1
Che cosa sono i DSA: Disturbo specifico di Apprendimento?
01/01/2012 (FACOLTATIVA)

La presenza nella scuola di alunni con DSA è ormai un’esperienza comune a tutti i docenti, così urgente che il MIUR ha emanato una legge e un successivo decreto con le relative linee guida (1) proprio per dare indicazioni metodologiche adeguate ad ogni livello del percorso scolastico.
Oltre ad avere a che fare con le caratteristiche specifiche dei DSA (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, spesso abbinate a disprassia e disnomia), con le relative ricadute sulle prestazioni strettamente scolastiche e le possibili conseguenze psicologiche (mancanza di autostima e tenacia, ansia, paura del confronto), gli insegnanti spesso si trovano a gestire alunni lenti, disordinati, distratti, con difficoltà di concentrazione e organizzazione del lavoro, insicuri.
Il lavoro con loro risulta appesantito; infatti quotidianamente devono essere richiamati perché non sanno usare adeguatamente il diario, dimenticano compiti e materiale, hanno quaderni inaffidabili e incompleti, perdono tempo e, pur mostrando risorse a volte sorprendenti, hanno spesso esiti deludenti.
Anche nelle ore di attività laboratoriali facilmente si perdono, usano male righe e squadre, non distinguono le note sul rigo musicale, sono poco orientati sul campo da gioco…
A volte sorge il dubbio che, essendo ragazzi evidentemente intelligenti, sia solo questione di mancanza di volontà! Quindi i DSA interessano, pur con modalità differenti, tutte le discipline e vanno affrontati da tutti i componenti del consiglio di classe. Non solo, ma dall’osservazione attenta di tutti i docenti può sorgere la domanda se, in alunni non certificati, possa sussistere il dubbio della presenza di DSA, e perciò valga la pena di segnalarlo alla famiglia per un’indagine specialistica.
Dalla legge (2) e da quanto detto sopra risulta che i DSA sono una difficoltà strumentale e non cognitiva; quindi, la principale risorsa dei ragazzi con DSA è la loro capacità di ragionamento.
Quale deve essere allora l’obiettivo principale di ogni docente? Liberare il proprio alunno dalla zavorra dei DSA perché possa esprimere in pieno le proprie possibilità (nascoste, ma sicuramente presenti), rendendolo protagonista consapevole del proprio apprendimento perché nel tempo possa sviluppare autonomamente delle strategie efficaci di compensazione.
Per impostare un percorso adeguato, è necessario tenere presenti innanzitutto gli attori, alunno e docente, e utilizzare un metodo coerente in tutti i passaggi del lavoro. (…)
Maria Rosa Bianchi, Graziella Nascimbene
Da Scuola e Didattica n. 2 Ottobre 2012
Oltre ad avere a che fare con le caratteristiche specifiche dei DSA (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, spesso abbinate a disprassia e disnomia), con le relative ricadute sulle prestazioni strettamente scolastiche e le possibili conseguenze psicologiche (mancanza di autostima e tenacia, ansia, paura del confronto), gli insegnanti spesso si trovano a gestire alunni lenti, disordinati, distratti, con difficoltà di concentrazione e organizzazione del lavoro, insicuri.
Il lavoro con loro risulta appesantito; infatti quotidianamente devono essere richiamati perché non sanno usare adeguatamente il diario, dimenticano compiti e materiale, hanno quaderni inaffidabili e incompleti, perdono tempo e, pur mostrando risorse a volte sorprendenti, hanno spesso esiti deludenti.
Anche nelle ore di attività laboratoriali facilmente si perdono, usano male righe e squadre, non distinguono le note sul rigo musicale, sono poco orientati sul campo da gioco…
A volte sorge il dubbio che, essendo ragazzi evidentemente intelligenti, sia solo questione di mancanza di volontà! Quindi i DSA interessano, pur con modalità differenti, tutte le discipline e vanno affrontati da tutti i componenti del consiglio di classe. Non solo, ma dall’osservazione attenta di tutti i docenti può sorgere la domanda se, in alunni non certificati, possa sussistere il dubbio della presenza di DSA, e perciò valga la pena di segnalarlo alla famiglia per un’indagine specialistica.
Dalla legge (2) e da quanto detto sopra risulta che i DSA sono una difficoltà strumentale e non cognitiva; quindi, la principale risorsa dei ragazzi con DSA è la loro capacità di ragionamento.
Quale deve essere allora l’obiettivo principale di ogni docente? Liberare il proprio alunno dalla zavorra dei DSA perché possa esprimere in pieno le proprie possibilità (nascoste, ma sicuramente presenti), rendendolo protagonista consapevole del proprio apprendimento perché nel tempo possa sviluppare autonomamente delle strategie efficaci di compensazione.
Per impostare un percorso adeguato, è necessario tenere presenti innanzitutto gli attori, alunno e docente, e utilizzare un metodo coerente in tutti i passaggi del lavoro. (…)
Maria Rosa Bianchi, Graziella Nascimbene
Da Scuola e Didattica n. 2 Ottobre 2012



